Il cavallo nel lavoro: traino e agricoltura
Benvenuti a questo nuovo episodio del podcast del Museo civico di Blera, dove esploreremo un aspetto fondamentale del legame tra l’uomo e il cavallo: il suo utilizzo nel lavoro agricolo e nel traino. Il cavallo è sempre stato un alleato indispensabile per le società agricole e rurali. Oltre alla guerra, il cavallo era centrale nelle attività quotidiane, specialmente in regioni dove l’allevamento brado era l’attività principale. Veniva usato come animale da sella per radunare le mandrie, ma anche come animale da tiro per carri e aratri, affiancando spesso i buoi in questi compiti. Nella Maremma e nella Campagna Romana si distinguevano vari tipi di carri: quelli a due ruote per carichi pesanti come fieno e legname, detti “barrozze”, erano trainati da uno o due animali. I carri a quattro ruote, o “carrioli”, evoluzione della barrozza, erano meno comuni e più stabili, usati per carichi più grandi. Per il trasporto di persone si utilizzava la “bighetta”, un leggero carro a due ruote tirato da un cavallo e capace di trasportare due passeggeri. Anche le barrozze e i carrioli venivano usati all’occorrenza per trasportare persone, offrendo maggiore capienza.
Nel lavoro agricolo, il cavallo trainava aratri di legno e, nel Novecento, aratri di ferro detti “coltrine”. Venivano impiegati diversi sistemi per attaccare il cavallo o il bue ai veicoli: il giogo, comune per i buoi, e i finimenti per cavalli e muli. I finimenti comprendevano la testiera, il collare imbottito (o pettorale), il sellino, il sottopancia e l’imbraca. Per stimolare gli animali, gli aratori usavano strumenti come il púngolo, mentre i conduttori dei carri utilizzavano la “stuzza” o la frusta, quest’ultima più comune per i veicoli trainati da cavalli. Il trasporto di merci a lunga distanza era affidato principalmente ai cavalli, che trainavano carretti pieni di grano, legname e pietre su strade dissestate, rendendo possibili gli scambi tra regioni. Nelle società contadine, possedere un cavallo era un lusso e un simbolo di prestigio. Eventi come la festa dell’albero a Vetralla e il pellegrinaggio di san Vivenzio a Blera erano occasioni per mostrare i cavalli, diventando momenti di ostentazione e socializzazione. In queste feste, i cavalli non erano solo strumenti di lavoro, ma simboli di orgoglio e identità culturale. In conclusione, il cavallo, con la sua forza e versatilità, ha svolto un ruolo cruciale nel mondo agricolo e nel trasporto, trasformando la vita rurale e rafforzando il legame tra potere e simbolismo sociale. Grazie per averci seguito. Alla prossima puntata!