Il consumo di carne

Benvenuti a questo episodio del podcast del museo civico di Blera, dedicato al profondo legame tra l’uomo e il cavallo. Oggi esploriamo un aspetto meno noto ma affascinante: il consumo di carne di cavallo, tema che riflette abitudini alimentari, praticità e necessità. In Italia, il cavallo ha sempre avuto un ruolo centrale come animale da lavoro, ma in alcune zone, soprattutto nelle comunità rurali di Maremma e Lazio, la carne di cavallo è stata anche una risorsa alimentare, usata con una certa riluttanza e solo in casi di necessità. Prima del secondo dopoguerra, la cucina era semplice e quasi vegetariana, e la carne si consumava solo nelle festività solenni. Gli abitanti di Blera ricordano il pranzo per San Vivenzio, l'11 dicembre: "Per quel giorno si comprava il tacchino e si faceva festa"; "A casa mia c'era il famoso brodo di San Vivenzio, fatto con un pezzo di tacchino". A Blera, la carne di cavallo aveva una storia diversa. Questi animali, preziosi per il lavoro nei campi e il trasporto, venivano macellati solo in caso di incidenti o quando non erano più utili. Per evitare sprechi, la carne veniva lavorata per creare le "coppiette": sottili strisce condite con sale e spezie, lasciate a stagionare. Era un alimento pratico per i butteri, i mandriani della Maremma, che durante i loro spostamenti preferivano cibi facilmente trasportabili e non deperibili. La carne di maiale era invece la più comune. Ogni famiglia allevava almeno un maiale, che veniva macellato a dicembre, fornendo scorte di salsicce, insaccati e prosciutti che duravano tutto l’anno. Del maiale non si buttava nulla: il grasso diventava strutto per cucinare, gli intestini servivano per le salsicce, e persino le zampe venivano salate e conservate. La macellazione era un momento di festa, occasione per mangiare e condividere con famiglia e vicini. Il consumo di carne di cavallo racconta una storia di necessità e praticità: in un mondo dove nulla si sprecava, ogni parte dell’animale aveva un valore. La "coppietta" ci ricorda oggi un passato fatto di tradizioni, duro lavoro e ingegnosità. Grazie per averci seguito. Alla prossima puntata!

Il consumo di carne
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